giovedì 29 dicembre 2016

Perché l'Élite Sionista vuole annientare il Cristo



Perché l'Élite Sionista vuole annientare il Cristo
di Henry Makow



Il Visconte Léon de Poncins (1897-1976), un intellettuale cattolico francese, fu l'autore di 30 opere che rivelarono la cospirazione Sionista-Massonica che tiene al presente l'Umanità sotto giogo, a sua insaputa.


Gli Ebrei stessi non sono coscienti che il Sionismo si riferisce al Talmud e alla Kabbala e non all'Antico Testamento.


In questo modo, il Giudaismo-Sionista si rivela essere un culto satanico che utilizza gli ebrei (e i massoni) come pedine per ridurre l'Umanità in schiavitù politicamente e spiritualmente.


Così la "laicità" e "l'umanesimo" non sono che paraventi del satanismo, perché i banchieri ebrei Kabbalisti hanno l'intenzione di soppiantare Dio.


Reso forte dal monopolio sul credito ai governi, questo potere occulto si trova dietro il femminismo e i "diritti dei Gay", al fine di demolire la naturalità del sesso, il matrimonio e la famiglia.


Si nasconde anche dietro l'11 settembre, i massacri di Newtown e di Boston; tutti pretesti per attuare uno stato di polizia. È il vero fornitore di "odio" che conduce una guerra segreta contro l'Umanità e Dio.




Karl Marx ha scritto: "L'Ebreo si è emancipato da solo... rendendosi maestro della creazione monetaria... attraverso di lui, il denaro è diventato l'ausiliario del potere mondiale, e lo spirito pragmatico ebreo è stato adottato dai popoli cristiani.


I giudei si sono evoluti in proporzione alla misura in cui i cristiani diventavano sempre più ebrei loro stessi. Così, questi ultimi hanno grandemente contribuito a fare del denaro il mezzo, il criterio di misura e il fine di ogni attività umana." (Cit. di L. de Poncins pag.76).


Aggiungete a questo il potere e il sesso (oro e carne; ndt) e Marx sarebbe stato d'accordo su tutto. L'Umanità è stata introdotta in un culto satanico.




Da Léon de Poncins


Il mattino del 9 febbraio 1923, i cittadini di Londra, abituati a leggere i giornali, non hanno certamente notato poche righe apparse sul periodico ebreo "Jewish World",linee spaventose e profetiche per coloro che sono stati in grado di coglierne il senso.


Il Jewish World dichiarava: "La diaspora degli ebrei non ha fatto di loro un popolo multietnico, perché si tratta davvero dell'unica vera gente cosmopolita e in quanto tale deve agire, e già lo fa, come dissolvente di ogni distinzione di razza e di nazionalità.


Il suo grande ideale non corrisponde ad un giorno in cui gli ebrei si possano radunare in un angolo della Terra con intento separatista, ma che il mondo intero sia pervaso di insegnamenti ebraici e quindi, in uno slancio di fraternità universale di ogni nazione, tutte le etnìe e le religioni distinte possano scomparire.


Essi vanno anche più lontano. Attraverso le loro attività letterarie e scientifiche e per mezzo della supremazia in tutti i settori pubblici, si impegnano gradualmente a dissipare i pensieri e i sistemi non ebraici o non conformi al loro modello."


Al British Museum, ho avuto personalmente l'occasione di verificare l'esattezza di tale citazione.


Questo sogno messianico può assumere diverse forme ma l'obbiettivo finale resta inalterato: il trionfo del Giudaismo-Sionista, della sua legge e del suo popolo.


Sotto alcune parvenze universali, è sostanzialmente un imperialismo ebraico che ha l'intenzione di governare il mondo e ridurlo in schiavitù.


Boris Dubrov

Élie Faure, un ebreo, scrive: "La gente giudea, dall'epoca di Gesù Cristo... si è considerata di continuo il popolo eletto, strumento di un potere superiore.


In rapporto alle altre nazioni, crede ancora e sempre a tutt'oggi, al suo privilegio d'elezione perché rappresenta una forza soprannaturale.


Per essa, la vita dopo la morte non esiste. Benché ne abbia sovente parlato, Israele non vi ha mai creduto. L'Alleanza con Dio non è che un contratto bilaterale specifico e costruttivo: se il giudeo vi obbedisce, lo fa in maniera atta a guadagnare il dominio sul mondo.


Israele è un terribile realista: vuole la ricompensa, quaggiù sulla Terra, per coloro che compiono il bene e la punizione per quelli che vivono nel male.


Anche nei più oscuri momenti della loro storia, e della storia universale, gli Ebrei, questi perdenti eterni, hanno custodito in seno al loro cuore fedele la promessa di una vittoria eterna."


Estratto dal testo di E. Faure «L'Anima Giudea», citato in «La questione ebraica vista da 26 eminenti personalità israelite» Parigi 1934.



Greg Olsen


La Divinità di Gesù Cristo è un ostacolo al messianismo ebraico.


Affinché si compia l'evento messianico israelita e quindi si possa raggiungere questo scopo, è necessario abolire il Cristianesimo che rappresenta un impedimento insormontabile sulla via dell'imperialismo giudaico.


Fino all'avvento di Gesù Cristo, la posizione di Israele era semplice e chiara: dopo i Profeti, per grazia di Yahvé, la tribù di Giuda sarebbe stata destinata a governare il mondo.


Se i popoli suoi servitori avessero ottemperato alle necessità divine, il tempo in cui essa avrebbe regnato su tutto il Pianeta sarebbe venuto.


Invece là, inaspettatamente, un "Profeta" nacque in Galilea: l'Uomo-Dio, Egli Stesso appartenente alla stirpe di David e così Figlio dell'Alleanza.


«Non crediate che Io sia venuto ad abrogare la Legge o i Profeti, non sono venuto ad abolire ma a perfezionare» (Mt. 5,17) E come prova della Sua Missione, Egli compì una serie di miracoli senza precedenti; le folle affascinate lo seguirono...


Ma, e in questo risiedeva l'enorme importanza del Suo Compito, Egli interpretava il Patto in una maniera completamente diversa e in un senso Nuovo, al punto di distruggere il fiero edificio ebreo spiritualizzandolo e universalizzandolo.


La realizzazione delle promesse fu trasferita dal piano materiale a quello spirituale; superando l'àmbito nazionale, esse non furono più indirizzate soltanto agli Ebrei, fino ad allora i soli beneficiari, ma estese al mondo intero.


Simon Dewey

Questa non era una questione di supremazia di razza o di nazione, o il trionfo di uno stato privilegiato: il popolo eletto fu ridotto al rango di gente comune, uno fra i tanti.


La fierezza religiosa e il nazionalismo giudaico non permisero un abbassamento così; era contrario alle promesse messianiche ed annullava la sottomissione di tutti i regni della Terra ad Israele.


I Grandi Sacerdoti e i Farisei non poterono tollerare una simile blasfemìa e un tale attacco ai loro privilegi, e dunque per sbarazzarsi di «quel pericoloso agitatore» Lo consegnarono ai Romani e Lo fecero condannare a morte.


Ma Gesù Cristo resuscitò e il Suo insegnamento si diffuse nell'intero mondo antico come un fuoco che incendiava tutto.


I Giudei denunciarono i Suoi discepoli alle autorità romane, presentandoli come ribelli all'Impero; Roma li perseguitò incessantemente, offrendoli come cibo alle bestie selvagge, bruciandoli, scorticandoli e crocifiggendoli. (Però i Martiri non sentirono dolore! Vedere QUI; ndt).


Ciò nonostante, l'onda cristiana progredì senza sosta, trionfando sul potere imperiale; poi improvvisamente il mondo vacillò inclinandosi in favore della Chiesa di Cristo...


Gli israeliti non hanno mai accettato né accetteranno mai questa disfatta. La rottura fu totale e definitiva; il conflitto è diventato al presente inevitabile dai due lati.





"Se gli Ebrei sono nel giusto, il Cristianesimo non è altro che un'illusione. Se invece i Cristiani hanno ragione, i Giudei si trovano ad essere, nella migliore delle ipotesi, soltanto un anacronismo o nulla più che un'immagine senza alcun motivo di esistere.


Per un Giudeo, il Cristianesimo rappresenta la rinuncia ad un monopolio e la bocciatura all'«interpretazione nazionalista» per non dire faziosa dell'«elezione»; la Cristianità è l'apertura alla fraternità umana e, nello stesso tempo, un grande «amen» a Dio e a tutto quello che Egli decide...


E qui veniamo alla vera ragione (o scusa), che giustifica il rifiuto ebraico al Cristo, perché non collima con l'idea che i Giudei si erano fatti del Messia e della Salvezza."(F. Fejto, Dieu et son Juif, pp. 34, 190, 192.)


"La maniera in cui la fede cristiana ha ottenuto la sua indipendenza, doveva rapidamente e inevitabilmente trascinarla in una guerra contro Israele «secondo il mondo», poiché la Chiesa si proclama essa stessa Israele secondo lo Spirito.


Ma viene compresa la profondità di questa affermazione? È più grave del disconoscimento giudaico e significa che essa gli sottrae ogni particella di vita(soltanto materiale però; ndt), ogni fuoco sacro (presunto; ndt), fino alla sua più intima natura.


Più ancora, questo vuol dire togliere ad Israele il suo posto al sole e lacerare il suo privilegio al centro dell'Impero, tanto sono stretti i legami che uniscono lo spirituale e il temporale." (J. Isaac, Genèse de l'Antisémitisme, p. 150.)


Ritorniamo allora al medesimo punto: abbattere la religione Cristiana, nata nel suo àlveo, diventa una necessità vitale per Israele che la considera come il suo più formidabile avversario...



Nella sua opera «La sventura di Israele» lo scrittore ebreo (pro-cristiano) A. Roudinesco, fornisce una meravigliosa risposta a tutte le maledizioni proferite con rabbia:


"La sopravvivenza di questa piccola comunità fino ai nostri giorni, malgrado la persecuzione e le sofferenze ineguagliabili, è stata chiamata il «miracolo giudeo».


Tale sopravvivenza non è un miracolo, ma piuttosto una sventura. Il vero prodigio ebraico è la conquista spirituale degli individui attraverso la Cristianità. La missione del popolo eletto è terminata già da lungo tempo.


Coloro che, tra gli Ebrei, sperano un giorno di porre fine alla Cristianità per mezzo di un messianismo replicato, ignorano le leggi essenziali dell'evoluzione umana."(A. Roudinesco, Le malheur d’Israël, Ed. de Cluny, Paris 1956).



Traduzione: Sebirblu.blogspot.it

sabato 10 dicembre 2016

Il Giorno del Signore sabato o domenica ?

Quanto alla Domenica, che Giustino chiama, come i suoi contemporanei, il «giorno del Sole» (come anche in alcune lingue moderne: SundaySonntag) ha assunto per tutti i cristiani (e quindi non solo i cattolici!) occidentali e orientali un ruolo analogo al sabato, e tuttavia derivato dal fatto, che quel giorno - dice ancora san Giustino - è «il primo giorno nel quale Dio, trasformate le tenebre e la materia, creò il mondo; sempre in questo giorno Gesù Cristo, il nostro Salvatore, risuscitò dai morti» (Luca 1,59).
Il legame con il sabato è segnalato dai Vangeli nei racconti della risurrezione del Signore. Marco, ad esempio, scrive: «Passato il sabato» (16,1); Luca che era «il primo giorno dopo il sabato» (24,1). Giovanni dice chiaramente: «Nel giorno dopo il sabato». Ma soprattutto Matteo, specifica: «Passato il sabato, all’alba del primo giorno della settimana (lett. «dei sabati»)» (28,1). Il suo significato è rafforzato dal fatto che in quel giorno Gesù si manifesta ai discepoli «La sera di quello stesso giorno, il primo dopo il sabato» (Giovanni 20,19), e poi,ancora, «otto giorni dopo»  (Giovanni 20,26).
Questo giorno, come scrive il lettore, ha soprattutto un altro nome, ed è quello per cui nella nostra lingua, lo chiamiamo «Domenica», dal latino dominica dies, ossia «giorno del Signore». E nell’ultimo libro delle Scritture parla proprio così Giovanni: «Io, Giovanni, vostro fratello e compagno nella tribolazione, nel regno e nella perseveranza in Gesù, mi trovavo nell’isola chiamata Patmos a causa della parola di Dio e della testimonianza di Gesù.  Fui preso dallo Spirito nel giorno del Signore e udii dietro di me una voce potente, come di tromba» (Apocalisse1, 9-10). A questo punto è chiaro che non si tratta più della questione del riposo, in doveroso rispetto della creazione e del suo divino Artefice, ma dell’accogliere il dono della risurrezione, che diventa a tutti gli effetti la nuova creazione, come scrive ancora l’Apocalisse: «vidi un cielo nuovo e una terra nuova» (21,1).
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Il motivo per il quale la Chiesa osserva la domenica al posto del sabato ebraico è il fatto che Nostro Signore Gesù Cristo è risorto di domenica – il primo giorno della settimana –, inaugurando così la “nuova creazione” liberata dal peccato, la nuova ed eterna alleanza tra Dio e l’umanità.

Per questo la domenica, il giorno del Signore, è la pienezza del sabato ebraico, così come il Nuovo Testamento è la pienezza e il compimento dell’Antico, e Cristo è la consumazione di tutta la storia della salvezza, da Adamo alla fine dei tempi e al giudizio universale.

In modo simile, l’Antico Testamento è una prefigurazione del Nuovo; il sabato ebraico è una prefigurazione della domenica cristiana. Spiega il Catechismo della Chiesa Cattolica:

“La domenica si distingue nettamente dal sabato al quale, ogni settimana, cronologicamente succede, e del quale, per i cristiani, sostituisce la prescrizione rituale. Porta a compimento, nella Pasqua di Cristo, la verità spirituale del sabato ebraico ed annuncia il riposo eterno dell’uomo in Dio. Infatti, il culto della legge preparava il Mistero di Cristo, e ciò che vi si compiva prefigurava qualche aspetto relativo a Cristo” (CCC, 2175)


Quello che non sa la grande maggioranza di quei presunti “cristiani” giudaizzanti che persistono a scegliere il sabato è che già gli apostoli celebravano la Messa “il primo giorno della settimana”, ovvero la domenica, com’è registrato in più di un passo della Sacra Bibbia:

• Negli Atti degli Apostoli (20,7): “Il primo giorno della settimana ci eravamo riuniti a spezzare il pane (ovvero l’Eucaristia)…”

• Nell’Apocalisse (1,10), San Giovanni dice: “Rapito in estasi, nel giorno del Signore (domenica), udii dietro di me una voce potente, come di tromba, che diceva…”

• In 1Cor 16, 2, San Paolo apostolo conferma che la colletta cultuale era fatta “ogni primo giorno della settimana” (domenica).
Si tratta di una questione così elementare che anche la Chiesa ortodossa e le Chiese protestanti storiche (più antiche) osservano il giorno del Signore – la domenica santificata – e non più il sabato ebraico.

Oltre alla testimonianza biblica, il libro apocrifo Epistola di Barnaba (risalente all’anno 74), uno dei documenti più antichi della Chiesa – essendo stato redatto ancor prima del Libro dell’Apocalisse –, attesta: “Noi festeggiamo nella gioia l’ottavo giorno, in cui anche Gesù risorse dai morti” (15,6-8).

Sant’Ignazio di Antiochia (107), martire nel Colosseo di Roma e vescovo della Chiesa delle origini, testimoniò in modo chiarissimo:

“Quelli che erano per le antiche cose sono arrivati alla nuova speranza e non osservano più il sabato, ma vivono secondo la domenica, in cui è sorta la nostra vita per mezzo di Lui e della sua morte” (Ai cristiani di Magnesia, 9,1)

Per via della tradizione apostolica, che ha origine il giorno stesso della resurrezione di Cristo Salvatore, la Chiesa celebra il mistero pasquale nel giorno che fin dall’inizio è stato chiamato “giorno del Signore” o “domenica” (dalla stessa radice semantica di “Signore”/Dominus). Il giorno della resurrezione di Cristo è allo stesso tempo “il primo giorno della settimana”, memoriale del primo giorno della creazione, e l’“ottavo giorno”, in cui Cristo, dopo la sua morte sacrificale e il “riposo” del grande sabato, inaugura il “giorno che ha fatto il Signore”, il “giorno che non conosce tramonto” (CCC 1166).

Anche San Giustino martire (165) ci ha offerto la sua testimonianza:

“Ci riuniamo nel giorno del sole innanzitutto perché questo fu il primo giorno della creazione, quando Dio trasformò le tenebre e ordinò la materia informe. In secondo luogo perché in tale giorno Gesù Cristo nostro Salvatore risorse dai morti” (Apologia 1,67)

San Girolamo (420), Confessore e Dottore della Chiesa, ha attestato la prassi della Chiesa:

“Il giorno del Signore, il giorno della resurrezione, il giorno dei cristiani, è il nostro giorno. È chiamato giorno del Signore proprio per questo: perché in esso il Signore è salito vittorioso verso il Padre. I pagani lo chiamano giorno del sole: ebbene, anche noi lo chiamiamo volentieri in questo modo: oggi infatti è sorta la luce del mondo, oggi è apparso il sole di giustizia i cui raggi ci portano la salvezza” (CCL, 78,550,52)

In questo modo, sia le Sacre Scritture che la testimonianza di tutta la documentazione storica, insieme alla sacra tradizione apostolica, ci mostrano perché dalla resurrezione del Signore la Chiesa ha sempre osservato e continua ad osservare non più il sabato ebraico ma la domenica di resurrezione e dell’istituzione della nuova ed eterna alleanza come giorno del Signore


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Geremia nell’antico testamento parla di una una Nuova Alleanza
31Ecco, verranno giorni - oracolo del Signore -, nei quali con la casa d'Israele e con la casa di Giuda concl
uderò un'alleanza nuova. 32Non sarà come l'alleanza che ho concluso con i loro padri, quando li presi per mano per farli uscire dalla terra d'Egitto, alleanza che essi hanno infranto, benché io fossi loro Signore. Oracolo del Signore. 33Questa sarà l'alleanza che concluderò con la casa d'Israele dopo quei giorni - oracolo del Signore -: porrò la mia legge dentro di loro, la scriverò sul loro cuore. Allora io sarò il loro Dio ed essi saranno il mio popolo. 34Non dovranno più istruirsi l'un l'altro, dicendo: «Conoscete il Signore», perché tutti mi conosceranno, dal più piccolo al più grande - oracolo del Signore -, poiché io perdonerò la loro iniquità e non ricorderò più il loro peccato (ger.31,31-). la Legge fu data per mezzo di Mosè, la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo.” Gv 1,17


Nelle lettere ai Romani e e ai Galati S. Paolo dichiara maledetto chi si mette sotto la legge....
Di fatto non ci può essere una legge nell’alleanza come profetizzata da Geremia.
Ecco che Gv ci viene in aiuto, la legge non e` scritta su tavole di pietra o su un libro e` Gesù` stesso.


Eravamo morti a causa del peccato
e incapaci di accostarci a te,
ma tu ci hai dato

la prova suprema della tua misericordia,
quando il tuo Figlio, il solo giusto,
si è consegnato nelle nostre mani
e si è lasciato inchiodare sulla croce.
Prima di stendere le braccia fra il cielo e la terra,
in segno di perenne alleanza,
egli volle celebrare la Pasqua con i suoi discepoli.
Mentre cenava, prese il pane
e rese grazie con la preghiera di benedizione,
lo spezzò, lo diede loro, e disse:

PRENDETE, E MANGIATENE TUTTI:
QUESTO È IL MIO CORPO
OFFERTO IN SACRIFICIO PER VOI.

Dopo la cena, allo stesso modo,
sapendo che avrebbe riconciliato tutto in sé
nel sangue sparso sulla croce,
prese il calice del vino e di nuovo rese grazie,
lo diede ai suoi discepoli, e disse:

PRENDETE, E BEVETENE TUTTI:
QUESTO È IL CALICE DEL MIO SANGUE
PER LA NUOVA ED ETERNA ALLEANZA,
VERSATO PER VOI E PER TUTTI
IN REMISSIONE DEI PECCATI.
FATE QUESTO IN MEMORIA DI ME.

Il Cristo Risorto si fa riconoscere nello spezzare del pane 
30 Quando fu a tavola con loro, prese il pane, recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. 31 Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Lk 24 


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Una profezia di S. Basilio

STORIA DELL’OTTAVO GIORNO

“E all’ottavo giorno l’Eterno ritornera’
a disegnare la terra, perfettamente lavata,
perche’ la vecchia era stata distrutta dall’uomo.
Saranno create per prime erbe e piante,
che daranno frutti particolari, assegnandole
in posti nuovi, perche’ per la nuova terra
ci sara’ un nuovo sole.
Sara’ cosi’ che dove un tempo regnava il ghiaccio
ora brucera’ il sole, e dove bruciava il sole
regnera’ il ghiaccio.
Gli agrumi piu’ gustosi verranno raccolti
sulla terra della Santa Madre Russia,
mentre sulle coste settentrionali dell’Africa
regnera’ il ghiaccio.
Poi verranno creati gli animali, che saranno
liberi, si ciberanno di erbe e frutti e saranno
scaldati dal sole e lavati dall’acqua piovana.
Infine sara’ creato l’uomo, sulla cui fronte verra’
scritta la parola “ umilta’ ”, perche’ nel tempo deve 
ricordarsi che non e’ una creatura superiore,
ma creatura tra le creature della terra.
A lui verra’ affidato il compito di lavorare
la terra, e il cibo gli sara’ dato
dalle erbe e dai frutti.
La carne non potra’ mangiare la carne.
Le sue gioie saranno quelle dello spirito, perche’
nella nuova terra la carne sara’ solamente
un vestito di poco valore. Non si ripetera’ piu’
l’evento di Caino e Abele, perche’ gli uomini della
nuova terra si chiameranno solamente Abele.
L’Eterno non si pentira’ d’avere creato l’uomo, 
perche’ egli sara’ l’ombra dell’Eterno.
Il governo mondiale non sara’ piu’ nelle mani
dell’uomo, ma nelle mani della Giustizia Divina,
la cui bilancia avra’ pesi 
sinora sconosciuti agli uomini.
La santa legge verra’ da levante
e si estendera’ fino a oriente
e lo spirito dominera’ su ogni cosa.”